Forêt

il racconto poetico di una grande noia

Da adolescente ho trascorso molte estati in montagna. La mamma teneva una biblioteca estiva, organizzata sotto grandi lecci, castagni e roverelle, e io non avevo altra scelta che restare lì con lei e mia sorella.

Una biblioteca estiva è un luogo affascinante, ma se sei un adolescente, oltre a leggere sotto gli alberi, scambiare qualche parola con i lettori abituali o passeggiare per prendere un gelato, ci sono pochissime attività disponibili.

Per me leggere è diventato un passatempo molto amato, osservare gli alberi nella loro complessità una fonte di divertimento, il rumore del vento tra i rami un modo di sentire la vita che scorre.

Bellissimo, poetico, molto romantico, l'ambientazione perfetta per iniziare un romanzo per adolescenti in cui non si sa cosa accadrà. Molto romantico, molto bello, molto poetico e... una noia difficile da immaginare.

E poi un giorno la situazione cambia.

Una raffica più forte delle altre, le foglie suonano diverse, più secche e la luce cambia. Mentre ci prepariamo all'autunno, vediamo le prime differenze: nel pomeriggio fa ancora caldo, ci sono pochi visitatori, la varietà di gelati diminuisce. Si avvicina il momento in cui torneremo al villaggio, a una vita più attiva, a scuola, al lavoro, ai progetti ancora in sospeso.

Mi piace sempre il momento in cui la marea cambia e non mi annoio più.

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